Il Progetto Orto in Condotta
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Orti in Festa

ZOLLE DI EDUCAZIONE (04/09/2006)
Annalisa D'Onorio - Sloweek

Quest'anno, a Terra Madre, oltre ai Laboratori della Terra dedicati ai grandi temi di interesse comune (l'agro-ecologia, l'accesso al mercato, la gestione delle risorse ecc.), saranno organizzati seminari su un tema a cui Slow Food sta riservando sempre maggiore attenzione, quello dell'educazione alimentare. A questi ultimi Laboratori parteciperanno le comunità dell'apprendimento, ultime arrivate nel mondo Slow Food.

Quando tre anni fa, al Congresso di Napoli, il nostro movimento si fece promotore del progetto degli orti scolastici, già avviato negli Stati Uniti da Alice Waters, nessuno pensava che le persone coinvolte in questo tipo di attività educativa sarebbero diventate così numerose, motivate e determinate, da formare delle comunità. Gli orti scolastici, invece, si sono mostrati per quello che sono: un valido mezzo educativo attraverso il quale trasmettere in modo teorico e pratico l'amore per la natura e per i suoi prodotti. Gli school garden, che in Italia rientrano nel progetto Orto in Condotta, crescono rapidamente di numero e, ognuno con le proprie caratteristiche, permettono alle nuove generazioni di sperimentare direttamente il significato di cicli della natura, stagionalità, territorialità, rispetto per l'ambiente. Con il perfezionamento del progetto degli school garden è emersa l'importanza del ruolo della comunità in questo modello alternativo di educazione. Laddove le persone coinvolte direttamente, come i genitori, i nonni ortolani (cioè coloro che si prendono cura dell'orto in modo continuativo), gli insegnanti e i soggetti coinvolti indirettamente come il Comune o i fornitori di sementi e piantine, riconoscono il loro ruolo di riferimento nei confronti delle giovani generazioni, nasce la comunità dell'apprendimento. Essa costituisce una comunità di ricerca, in cui ognuno diventa esperto di un settore di conoscenza, di cui diviene formatore nei confronti degli altri. I bambini imparano nell'orto, in aula e a casa, inseriti in una comunità che si fa carico della loro educazione insieme al sistema scolastico.

Ora la sfida di Slow Food consiste nel mettere in rete anche queste comunità, affinché il modello che ognuna di esse rappresenta nel suo piccolo, possa essere oggetto di confronto e di stimolo per il cambiamento. A Terra Madre dunque saranno presenti alcune comunità dell'apprendimento italiane e straniere, probabilmente meno colorate rispetto alle comunità del cibo, ma altrettanto motivate e pronte al dialogo con culture diverse. Tra le comunità dell'apprendimento estere costituisce un ottimo esempio di rete su scala regionale l'esperienza degli school garden austriaci.

In Stiria, regione a sud-est dell'Austria, 11 scuole (ben presto saranno 16) dell'infanzia, primarie e secondarie hanno aderito al progetto degli Schulgärten, promosso dal fiduciario Manfred Flieser. I piccoli comuni hanno trovato i fondi attraverso il progetto Leader+ e l'associazione “Hügelland östlich von Graz”, i cui rispettivi responsabili, Gerald Gigler e Bernhard Liebmann, sono stati automaticamente inseriti nella rete delle comunità dell'apprendimento in quanto attori attivi e partecipi sul territorio. Della rete fanno parte e sono promotori anche alcuni soggetti, come l'agronoma Theresia Krammer, che partecipano attivamente all'organizzazione di tutti gli orti e si preoccupano di mantenere vivo il contatto tra le scuole. Lo scambio tra gli istituti di piantine e semi autoctoni è un esempio d'interazione attiva e rappresenta non solo uno sforzo di recuperare varietà spesso dimenticate, ma anche un gesto di unione e di collaborazione tra le comunità. Un prodotto della rete austriaca sarà il ricettario scritto dai bambini a partire dalle ricette raccolte nelle loro famiglie, che verrà stampato in 17 000 copie alla fine dell'anno e sarà sicuramente motivo di orgoglio per molte maestre e parecchi genitori.

La rete austriaca porterà questa e molte altre esperienze a Terra Madre, porterà un modello di educazione che probabilmente non sarà replicabile altrove (sfido chiunque a riprodurre l'ambiente silenzioso, ordinato e diligente delle scuole austriache nelle chiassose aule italiane), ma che darà non di meno diversi spunti alle comunità dell'apprendimento che muovono solo ora i primi timidi passi nel mondo dell'orto, armate di zappa e di fiducia nella possibilità di dare una cultura alimentare migliore alle future generazioni.



Annalisa D'Onorio lavora presso l'ufficio Educazione del Gusto di Slow Food

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